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Il nostro viaggio prosegue conducendoci virtualmente dal palazzo nobiliare di Lucera alla scoperta di una nuova destinazione, sede di una imponente fortezza. Avete indovinato?Stiamo parlando di un borgo facente parte del Parco Nazionale del Gargano e collocato in prossimità del confine regionale: Serracapriola.

Il suo castello rappresenta la costruzione più antica e le prime attestazioni su quest’ultima risalgono ad un documento del X secolo, quando il longobardo Tesselgardo, conte di Larino, donò al monastero di Tremiti la città di Gaudia o Civita a Mare.

Vista del castello

Prima del signoreggiante maniero che oggi siamo abituati a vedere esisteva solamente una torre, parte delle fortificazioni presenti sul Fortore (come le numerose torri difensive che sorgevano nel nostro territorio per contrastare le possibili invasioni). Il castello di Serracapriola fu ceduto, nel 1453, al Gran Siniscalco Innico Guevara, prima di entrare in possesso di famiglie nobiliari. Dai Di Capua ai Gonzaga, successivamente ai D’Avalos e infine ai Maresca, che acquistarono il feudo di Chieuti e Serracapriola nel 1742 tramite la figura del duca Nicola Maresca. Nel corso dei secoli furono apportate numerose modifiche alla struttura originaria, dovute soprattutto alle riparazioni effettuate a seguito del catastrofico terremoto del 1627 che interessò tutto il nord della Capitanata. Non dimentichiamo che furono tempi duri per il nostro territorio, reduce da violente incursioni (soprattutto da parte dei turchi) e logoranti crisi economiche che colpirono il Regno di Napoli. Fu proprio così che da struttura fortificata e difensiva, il castello di Serracapriola si trasformò in un’affascinante corte, grazie ai tanti e raffinati saloni ospitanti feste e balli. La famiglia Maresca, originaria di Sorrento, è ancora oggi proprietaria del Castello ed ha affrontato in questi anni una notevole opera di ristrutturazione per fare in modo che il Castello potesse tornare al suo originario splendore.

Stemma della famiglia “Maresca”

Affresco

Cortile interno del Castello

Fonti: foggiareporter.it

castellomaresca.it

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