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L’aria d’estate si avverte sempre di più e, anche se le restrizioni per scongiurare la diffusione del Coronavirus non ci permettono di catapultarci in spiaggia, mentalmente siamo già lì.

Il Promontorio del Gargano, meta tra le più gettonate, è ricco di splendidi luoghi da scoprire o da riscoprire apprezzandone, magari, le peculiarità che li rendono unici e rinomati in tutto il mondo.

Un po’ di storia

Il borgo di Peschici

Il borgo di Peschici

Del valore delle nostre coste se ne accorsero ben presto anche gli Schiavoni (popolazioni di origine slava) capeggiati da Sueripolo, che nel 970 d.C., vennero mandati da Ottone I a liberare il Gargano. Cacciati definitivamente i saraceni e ricevute come premio le due colonie di Vico e di Peschici, fondarono sulle rovine di un “casale distrutto” quella che sarebbe diventata oggi Peschici:“Pesclizo”.

 

 

Le spiagge

La parola è di origine slava e significa “sabbia pura”. Non è difficile infatti notare la purezza della sabbia se ci si reca in una delle località balneari del piccolo paesino arroccato su uno sperone roccioso alto 90 metri.

Dalla piccola spiaggia di Jalillo (appunto “piccola spiaggia” in dialetto peschiciano) di fine sabbia e ghiaia, alla Marina di Peschici(con sabbia cristallina), fino alla baia di San Nicola o a quella del Procenisco o alle spiagge di Manaccora e Zaiana; la costa si mostra disseminata da cale, anfratti e insenature che permettono di godere di un territorio incontaminato seppur fornito dei servizi balneari necessari.

A rendere Peschici unica, però, non sono solo le sabbie dorate e le spiagge, ma anche il centro storico. Con le sue strette viuzze e le basse case bianche tipiche dell’architettura spontanea mediterranea (che la assimilano agli esempi greci per le abitazioni con tetto a cupola e ci mostrano le influenze bizantine ancora persistenti), suscita un magnetismo non solo sui turisti stranieri ma anche su noi cittadini dell’entroterra pugliese.

Panorama di mare con cactus

Panorama di mare con cactus – Foto di Agnese Iafelice

 

I trabucchi

Il mare a Peschici

Il mare a Peschici – Foto di Agnese Iafelice

Osservando il centro non si può che ammirare la maestria degli abitanti che sono riusciti a dialogare con la natura, tanto da creare un centro urbano che sembra armonizzarsi più che imporsi su essa. Gli stessi abitanti che, se nel XIII secolo erano abili costruttori di navi anche grazie alle risorse boschive, inventarono un ingegnoso mezzo per pescare senza doversi avventurare nei mari minacciati dai pirati: i Trabucchi.

Costruzioni in legno fissate agli scogli a mo’ di palafitte, a dimostrazione di come l’uomo, per sopravvivere, abbia dovuto adattarsi sfruttando i mezzi disponibili in natura. “I giganti del mare”, come vengono soprannominati, saranno accessibili e visitabili ancora per un po’ (condizioni climatiche permettendo) e noi saremo lieti di raccontarvi la loro affascinante storia.

 

 

L’arte contemporanea

Ad innamorarsi di questa cittadina fu il pittore, ballerino e coreografo tedesco Alfredo Bortoluzzi che decise di vivere qui dal 1958 portando a compimento la sua evoluzione artistica per poi spegnersi nel 1995 e regalando opere che sono ancora visibili oggi, pubblicamente.

Alfredo Bortoluzzi

Alfredo Bortoluzzi

 

Conoscevi la storia di Peschici? Scrivilo nei commenti.

 
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