In questi mesi di quarantena forzata il web e il suo “popolo” si sono dimostrati ancora di più vettori di conoscenza e cultura, oltre che di proattività per il bene comune.
Il crowdfounding
Già due anni fa, le guide turistiche Domenico Sergio Antonacci e Domenico Moretti, usarono le potenzialità del web lanciando un crowdfunding per il recupero di una stele daunia messa in vendita da una nota casa di aste londinese.
Grazie all’aiuto dei social e della Fondazione Apulia Felix riuscirono a raggiungere la somma necessaria, prima per partecipare all’asta e poi per aggiudicarsela per 2000 sterline.
La stele
L’ opera, è una lastra rettangolare in calcare alta 62 cm e datata tra il VII e il VI secolo a.C. Nonostante la frammentarietà è possibile riconoscere la decorazione incisa su vari registri, sia orizzontali che verticali, che incornicia una fascia centrale con raffigurazione stilizzata di figure maschili e femminili in processione.
Subito sotto, o forse appartenente alla stessa scena rituale, si sviluppano interessanti decorazioni a motivo geometrico con cerchio emergente da asticella verticale caratterizzate da punto centrale: potrebbe trattarsi della raffigurazione di kymbala, sonagli magici usati per allontanare gli spiriti maligni, o del papavero d’oppio, il cui uso era molto diffuso presso la civiltà dauna, specialmente in ambito religioso.
L’ipotesi dell’oppio
Se si accoglie la tesi della paletnologa Maria Laura Leone secondo la quale i grafemi rappresenterebbero il papavero, si potrebbero interpretare molte scene raffigurate su altrettante steli o vasi. Il papavero stilizzato è ricorrente nelle scene di guarigione, quindi poteva essere usato per lenire il dolore, ma anche nelle scene religiose. Da questo punto di vista, si potrebbe pensare ad un uso della pianta per provocare visioni mistiche.
Terapeuti, sciamani e sacerdoti furono i primi ad utilizzare oppio e psicotropi iniziando anche il profano al mondo sommerso della percezione extrasensoriale e bisogna aggiungere che i Dauni erano consapevoli dei suoi effetti curativi, sedativi e narcotico-stupefacenti.
Le tesi proposte sull’interpretazione di questi grafemi, non possono che stuzzicare la nostra curiosità. La soluzione ai dubbi si avrà solo con la continuazione della ricerca attraverso l’amore per la cultura, la storia ed il patrimonio.
Conoscevi questa teoria? Scrivilo nei commenti.