Se sei innamorato, devi visitare Vico del Gargano, il borgo in Puglia caro a San Valentino.
Il patrono di Vico del Gargano, infatti, è san Valentino. Santo caro agli innamorati ma anche ad una risorsa economica locale fondamentale: le arance.
In onore di San valentino, il 14 febbraio puoi vedere le strade addobbate con arance e fiori e assistere alla processione della statua del Santo.
Ma non è l’unica attrazione del piccolo borgo in Puglia che rientra tra i Borghi più Belli d’Italia.
Storia
Sorge su di un colle, tra mare e foresta e il nome deriva dal latino “vicus”, villaggio.
Secondo la tradizione, il centro abitato avrebbe avuto un’origine simile a quella della vicina Peschici, ossia ad opera di soldati mercenari Schiavoni venuti dalle coste orientali dell’Adriatico.
Gli Schiavoni, dopo essersi insediati in prossimità di una necropoli dell’età del ferro posta su un’altura chiamata Tabor, si mescolarono ai residenti locali raccolti in un unico centro fortificato che fu chiamato Vico.
Sempre secondo questa tradizione, la cittadina fu fondata nel 970 d.C. dal leggendario condottiero schiavone Sueripolo che, al servizio dei Bizantini (o di Ottone I), aveva scacciato dal Gargano i pirati Saraceni che lo avevano trasformato in un loro covo.
Il primo documento ufficiale che attesta la presenza di un Castrum Vici sul Gargano risale al 1113 (secondo i documenti ritrovati nell’Archivio di Stato di Napoli) quando la zona era parte del normanno Ducato di Puglia e Calabria.
Monumenti e luoghi di interesse
Vicolo del Bacio
Una stradina lunga circa 10 metri e larga soltanto 50 centimetri.
Viene chiamato vicolo del bacio perché, essendo molto stretto, permetteva agli innamorati che passavano di sfiorarsi e anche baciarsi.
Non è l’unico vicolo di Vico del Gargano e vi invitiamo a scoprirli perdendovi.
Chiesa di Santa Maria Pura
Situata nell’antico rione Civita, uno dei nuclei fondanti di Vico del Gargano, la chiesa viene costruita, secondo la tradizione, dopo un miracolo concesso dalla Madonna ad un pastore sordomuto che pascolava le greggi in zona.
Il pastore, incontrata la Vergine, riacquista l’udito e la parola e i genitori, per ringraziarla del miracolo, edificano una cappella in suo onore. Don Antonio Miglionico nel suo manoscritto ricorda che il miracolo avvenne l‘8 maggio 1228.
Nel 1337, poi, la cappella viene trasformata in Chiesa, dedicata a Santa Maria Pura. La dedicazione è dovuta, come si evince dal Libro dei defunti custodito nella Chiesa Madre, dall’usanza religiosa di seppellirvi vergini e bambini defunti
Necropoli di Monte Pucci
Necropoli composta da un migliaio di loculi circa, posti contestualmente ai ventisei ipogei che si sviluppano attraverso una fitta rete di gallerie predisposte al culto dei morti. Interessante ammirare le diverse tipologie di tombe risalenti dal I secolo a.c. al VII secolo dopo Cristo, scavate nel tufo: a sacco, rettangolari, scavate nel pavimento a baldacchino e ad arcosolio.
Nel 2012 sono state riportate alla luce, sotto un parziale crollo della volta, 24 sepolture databili tra il II e il I secolo a.c. che ospitavano una trentina di inumati comprovando l’antichissimo uso del sito. Notevoli anche i reperti ritrovati: fibule in bronzo, materiale ceramico vario, ornamenti personali in oro e argento e numerose lucerne.
Molti degli oggetti ritrovati confermano i tradizionali culti Garganici di Diomede, legati alla leggenda dello sbarco dell’eroe sulle coste del Gargano dove fonda diverse città e crea le Isole Tremiti scagliando dei massi in mare.
Palazzo Della Bella
La sagoma della costruzione signorile introduce a Vico, all’aprirsi del secolo XX, una parentesi “fiorentina”.
Voluto da D. Ignazio Della Bella, il progetto, che si ispirava al modello trecentesco di palazzo Vecchio di Firenze, si collocava nella corrente neo-gotica.
Su due piani scanditi da cornici marcapiano e coronati da una merlatura a coda di rondine, presenta due corpi di fabbrica lungo Salita Della Bella e due antiche torri circolari.
Sul sito dell’originaria torre d’angolo svetta oggi l’imponente torre, allungata da due bifore e coronata da ballatoio e merli guelfi (la merlatura del palazzo vichese inverte i tipi rappresentati in palazzo Vecchio).
Pure il corpo di fabbrica parallelepipedo, verso la chiesa di San Giuseppe, sembra, infatti, richiamare una preesistente torre, di cui il progettista volle forse conservare l’idea.
Castello Normanno, Svevo, Aragonese
Motivi di difesa sono alla base del primo impianto del complesso (normanno, XII) , che in età sveva (XIII) assume gli ideali residenziali di una domus solaciorum, di una dimora signorile per gli svaghi di cortigiani e forse anche dello stesso imperatore Federico II.
Questi, nel 1234, aveva dato in dote alla terza moglie, Isabella d’Inghilterra, Vico e i paesi garganici compresi nell’Honor Montis Sancti Angeli (Monte Sant’Angelo).
Il nucleo più antico del castello si sviluppa sull’asse nordest-sudest, chiuso agli angoli da torri quadrate.
Quella di nordest si eleva su una scarpa di base a blocchi sagomati e smussati, evidenziata da un costolone marcapiano; l’altra di sudest culmina con un’elegante bifora, descritta da A. Haseloff (“un capitello a foglie piatte e grossi bulbi obliqui”), e con l’originaria merlatura.
Quasi a rinsaldare quest’ultima slanciata struttura angolare, un bastione circolare di fortificazione, la cosiddetta torre maestra, ricorda il periodo aragonese (XVI).
E gli adattamenti per bocche di fuoco, accanto alle balestriere, riportano al ricorrente dramma della guerra, all’assedio e al cannoneggiamento di Vico nel 1529, da parte degli spagnoli.
Museo Trappeto Maratea
Si tratta di un “trappeto ipogeo” dove si molivano le olive per produrre olio. Le macchine venivano attivate attraverso la forza umana e animale.
Il trappeto è a sviluppo orizzontale (frantoio a corridoio) ed era attivo dal Medioevo (1300).
Questo imponente “trapetum” (32,25m x3,50 x5,50m, più altri locali di circa 40mq), presenta anche rilievi che fanno pensare ai riti ai quali si dedicavano i lavoratori.
Il trappeto è detto “a sangue” per indicare la fatica del lavoro qui svolto.
Sulle pareti è leggibile l’iscrizione: “Ciò che non è eterno non è niente”.
Piazzetta Terra
Caratteristica piazza con luminarie e decorazioni locali.
Ideale per scattare foto ricordo.
Chiesa di San Pietro
Da documenti medioevali risulta essere la chiesa di San Pietro in Vico già celebre ai tempi dei Normanni.
Molte donazioni furono fatte a questa chiesa la quale è nominata in un Breve di Papa Alessandro III del 1167; negli atti di conferenza di Clemente III del 7 ottobre 1197.
Nel 1264, con le terre e le abitazioni, venne concessa in enfiteusi al giudice Gualtieri.
La chiesa con i suoi tenimenti fu anche “Grancia” del monastero di San Leonardo di Siponto che, per molti secoli, appartenne all’Ordine Teutonico (poi dei Cavalieri di Malta).
La Chiesa fu trasformata, con terreno annesso, in cimitero extra moenia dal canonico vichese Pietro Finis nell’anno 1792 (data di inaugurazione) su progetto dell’architetto Francesco Di Lallo.
Fu il terzo cimitero d’Italia ad essere istituito fuori le mura di una città (dopo quelli di Pisa e Napoli) consentendo così di abbandonare l’uso di seppellire nelle chiese.
Sul colle ove sorge la Chiesa furono ritrovate, all’atto della costruzione del moderno Istituto di S. Pietro, importanti reperti di tombe antiche tra cui lo scheletro di un guerriero di notevoli proporzioni.
Street art
Dal 2015 al 2022, a Vico del Gargano sono stati realizzati diversi progetti di rigenerazione urbana. Per “colorare” il borgo è stata utilizzata la street art.
Scopri tutte le opere nella mappa interattiva.
Scopri Vico del Gargano con noi
Se vuoi restare aggiornato sulle nostre iniziative
Pingback: Cosa vedere in Puglia? Cagano Varano, il borgo marinaro con il più grande lago costiero d'Italia - Blog Trawellit
Pingback: Cosa vedere in Puglia? Cagano Varano e il più grande lago costiero d'Italia - Blog Trawellit