La Puglia è una delle mete più ambite dagli italiani e dagli stranieri per le sue acque cristalline e la sua storia millenaria. Con gli aumenti dei costi di benzina, alloggi e ristoranti, molti operatori turistici hanno aumentato i prezzi, ma ecco 3 luoghi ideali per te per andare in vacanza senza spendere molto. Oggi parliamo del Gargano, lo sperone d’Italia.
Come andare in vacanza in Puglia senza spendere molto? Sul Gargano puoi scegliere di alloggiare in borghi da favola come Ischitella, Vico del Gargano e Cagnano Varano. Da qui potrai raggiungere in pochissimo tempo il mare, sia in stabilimenti balneari che spiagge libere. Nella mappa puoi trovare tutte le spiagge e le indicazioni per raggiungerle da Ischitella, Cagnano Varano e Vico del Gargano.
1) Ischitella – Puglia
Distanza dal mare
Da Ischitella puoi raggiungere facilmente le spiagge di San Menaio (In auto 12 km, 18 minuti) o di Rodi Garganico (In auto 10 km, 18 minuti)
Storia
Il nome del paese deriverebbe da “aesculus” (tipo di piante chiamate ippocastagno) poi diventato, “aesculetum”, “aescletum”, ischieto.
Le prime notizie di Ischitella risalgono al 970, anno in cui l’imperatore Ottone I ne ordinò la liberazione dai musulmani che vi si erano asserragliati.
Il primo documento storico in cui si nomina Ischitella è una Bolla del Papa Stefano IX del 1058.
Nel 1158 era già un centro di una certa importanza con un suo monastero e due chiese.
In un documento del 1225 Ischitella è chiamata “Castrum”, e questo termine fa pensare ad un luogo fortificato.
Monumenti e luoghi di interesse
Chiesa di Sant’Eustacchio
Fu eretta dalla famiglia Pinto, feudatari di Ischitella, nel 1714.
Precedentemente dedicata a San Michele Arcangelo, presenta sulla facciata due nicchie contenenti le statue di Sant’Eustachio e San Pasquale, e al centro, in alto quella dell’arcangelo Michele.
All’interno è possibile ammirare le 4 tele dell’artista napoletano Gennaro Abbate e le statue di Sant’Eustachio, Santa Teopista, Sant’Agapito e San Teopisto.
Tra la chiesa e l’antico Palazzo Pinto, oggi Ventrella, esiste ancora il passaggio segreto che permetteva alla famiglia di recarsi a pregare.
Sant’Eustachio, patrono di Ischitella, viene festeggiato in Puglia il 20 Maggio.
Convento di San Francesco d’Assisi
All’interno della chiesa, costruita più tardi rispetto al convento, nel 1400, vi sono opere del XVIII secolo.
Segnaliamo le tele dell’Adorazione dei Pastori e della Crocifissione dipinte dal pittore napoletano Gennaro Abbate e il monumento funebre in pietra in onore di Luigi Emanuele Pinto, la cui famiglia ebbe in feudo Ischitella dal XVII secolo.
Secondo la tradizione, l’origine del convento sarebbe dovuta a San Francesco stesso, che, trovandosi qui di passaggio diretto al Santuario di Monte Sant’Angelo, pregò in una cappella e davanti a questa espresse al Signore il desiderio che qui fosse costruito un suo convento.
Il santo infisse nel terreno il suo bastone da pellegrino, il quale iniziò a germogliare; Satana, adirato, avrebbe sradicato l’albero, ma il Santo, tornato, lo avrebbe ripiantato a rovescio, per confondere il maligno, e anche le radici sarebbero miracolosamente fiorite. L’albero si può ancora ammirare davanti al convento.
Chiesa del Crocifisso di Varano
I documenti più antichi risalgono all’inizio del sec. XVI e ci mostrano una chiesa piccola ma dotata di discrete rendite derivanti da proprietà fondiarie e insignita del titolo abbaziale.
Già i primi documenti ci fanno conoscere l’esistenza di un Crocifisso miracoloso che viene portato in processione in occasione di pubbliche calamità e specialmente quando i raccolti sono in pericolo per la siccità o per il gelo.
La devozione al Crocifisso, una statua lignea policroma del 1300, venerata da secoli dagli abitanti di Ischitella, nel tempo si consolidò e divenne patrimonio di Ischitella e dei paesi vicini, in particolare di Cagnano e di Carpino.
Sottostante troviamo il sito della cittadina medioevale di Bayranum, già spopolata nel Cinquecento e oggi scomparsa. Di essa possiamo solo osservare il brandello di muro costruito nel 1225 insieme alle due torri in località Torre Varano.
fonte: Gianluca Giambattista
2) Vico del Gargano – Puglia
Distanza dal mare
Da Vico del Gargano puoi raggiungere facilmente le spiagge di Calenella (In auto 7 km, 12 minuti) Peschici (come Sfinale, Baia Zaiana, Baia San Nicola) In auto 10 km, 21 minuti
Storia
Sorge su di un colle, tra mare e foresta e il nome deriva dal latino “vicus”, villaggio.
Secondo la tradizione, il centro abitato avrebbe avuto un’origine simile a quella della vicina Peschici, ossia ad opera di soldati mercenari Schiavoni venuti dalle coste orientali dell’Adriatico.
Gli Schiavoni, dopo essersi insediati in prossimità di una necropoli dell’età del ferro posta su un’altura chiamata Tabor, si mescolarono ai residenti locali raccolti in un unico centro fortificato che fu chiamato Vico.
Sempre secondo questa tradizione, la cittadina fu fondata nel 970 d.C. dal leggendario condottiero schiavone Sueripolo che, al servizio dei Bizantini (o di Ottone I), aveva scacciato dal Gargano i pirati Saraceni che lo avevano trasformato in un loro covo.
Il primo documento ufficiale che attesta la presenza di un Castrum Vici sul Gargano risale al 1113 (secondo i documenti ritrovati nell’Archivio di Stato di Napoli) quando la zona era parte del normanno Ducato di Puglia e Calabria.
Monumenti e luoghi di interesse
Vicolo del Bacio
Una stradina lunga circa 10 metri e larga soltanto 50 centimetri.
Viene chiamato vicolo del bacio perché, essendo molto stretto, permetteva agli innamorati che passavano di sfiorarsi e anche baciarsi.
Non è l’unico vicolo di Vico del Gargano e vi invitiamo a scoprirli perdendovi.
Chiesa di Santa Maria Pura
Situata nell’antico rione Civita, uno dei nuclei fondanti di Vico del Gargano, la chiesa viene costruita, secondo la tradizione, dopo un miracolo concesso dalla Madonna ad un pastore sordomuto che pascolava le greggi in zona.
Il pastore, incontrata la Vergine, riacquista l’udito e la parola e i genitori, per ringraziarla del miracolo, edificano una cappella in suo onore. Don Antonio Miglionico nel suo manoscritto ricorda che il miracolo avvenne l‘8 maggio 1228.
Nel 1337, poi, la cappella viene trasformata in Chiesa, dedicata a Santa Maria Pura. La dedicazione è dovuta, come si evince dal Libro dei defunti custodito nella Chiesa Madre, dall’usanza religiosa di seppellirvi vergini e bambini defunti
Necropoli di Monte Pucci
Necropoli composta da un migliaio di loculi circa, posti contestualmente ai ventisei ipogei che si sviluppano attraverso una fitta rete di gallerie predisposte al culto dei morti. Interessante ammirare le diverse tipologie di tombe risalenti dal I secolo a.c. al VII secolo dopo Cristo, scavate nel tufo: a sacco, rettangolari, scavate nel pavimento a baldacchino e ad arcosolio.
Nel 2012 sono state riportate alla luce, sotto un parziale crollo della volta, 24 sepolture databili tra il II e il I secolo a.c. che ospitavano una trentina di inumati comprovando l’antichissimo uso del sito. Notevoli anche i reperti ritrovati: fibule in bronzo, materiale ceramico vario, ornamenti personali in oro e argento e numerose lucerne.
Molti degli oggetti ritrovati confermano i tradizionali culti Garganici di Diomede, legati alla leggenda dello sbarco dell’eroe sulle coste del Gargano dove fonda diverse città e crea le Isole Tremiti scagliando dei massi in mare.
Palazzo Della Bella
La sagoma della costruzione signorile introduce a Vico, all’aprirsi del secolo XX, una parentesi “fiorentina”.
Voluto da D. Ignazio Della Bella, il progetto, che si ispirava al modello trecentesco di palazzo Vecchio di Firenze, si collocava nella corrente neo-gotica.
Su due piani scanditi da cornici marcapiano e coronati da una merlatura a coda di rondine, presenta due corpi di fabbrica lungo Salita Della Bella e due antiche torri circolari.
Sul sito dell’originaria torre d’angolo svetta oggi l’imponente torre, allungata da due bifore e coronata da ballatoio e merli guelfi (la merlatura del palazzo vichese inverte i tipi rappresentati in palazzo Vecchio).
Pure il corpo di fabbrica parallelepipedo, verso la chiesa di San Giuseppe, sembra, infatti, richiamare una preesistente torre, di cui il progettista volle forse conservare l’idea.
Castello Normanno, Svevo, Aragonese
Motivi di difesa sono alla base del primo impianto del complesso (normanno, XII) , che in età sveva (XIII) assume gli ideali residenziali di una domus solaciorum, di una dimora signorile per gli svaghi di cortigiani e forse anche dello stesso imperatore Federico II.
Questi, nel 1234, aveva dato in dote alla terza moglie, Isabella d’Inghilterra, Vico e i paesi garganici compresi nell’Honor Montis Sancti Angeli (Monte Sant’Angelo).
Il nucleo più antico del castello si sviluppa sull’asse nordest-sudest, chiuso agli angoli da torri quadrate.
Quella di nordest si eleva su una scarpa di base a blocchi sagomati e smussati, evidenziata da un costolone marcapiano; l’altra di sudest culmina con un’elegante bifora, descritta da A. Haseloff (“un capitello a foglie piatte e grossi bulbi obliqui”), e con l’originaria merlatura.
Quasi a rinsaldare quest’ultima slanciata struttura angolare, un bastione circolare di fortificazione, la cosiddetta torre maestra, ricorda il periodo aragonese (XVI).
E gli adattamenti per bocche di fuoco, accanto alle balestriere, riportano al ricorrente dramma della guerra, all’assedio e al cannoneggiamento di Vico nel 1529, da parte degli spagnoli.
Museo Trappeto Maratea
Si tratta di un “trappeto ipogeo” dove si molivano le olive per produrre olio. Le macchine venivano attivate attraverso la forza umana e animale.
Il trappeto è a sviluppo orizzontale (frantoio a corridoio) ed era attivo dal Medioevo (1300).
Questo imponente “trapetum” (32,25m x3,50 x5,50m, più altri locali di circa 40mq), presenta anche rilievi che fanno pensare ai riti ai quali si dedicavano i lavoratori.
Il trappeto è detto “a sangue” per indicare la fatica del lavoro qui svolto.
Sulle pareti è leggibile l’iscrizione: “Ciò che non è eterno non è niente”.
Piazzetta Terra
Caratteristica piazza con luminarie e decorazioni locali.
Ideale per scattare foto ricordo.
Chiesa di San Pietro
Da documenti medioevali risulta essere la chiesa di San Pietro in Vico già celebre ai tempi dei Normanni.
Molte donazioni furono fatte a questa chiesa la quale è nominata in un Breve di Papa Alessandro III del 1167; negli atti di conferenza di Clemente III del 7 ottobre 1197.
Nel 1264, con le terre e le abitazioni, venne concessa in enfiteusi al giudice Gualtieri.
La chiesa con i suoi tenimenti fu anche “Grancia” del monastero di San Leonardo di Siponto che, per molti secoli, appartenne all’Ordine Teutonico (poi dei Cavalieri di Malta).
La Chiesa fu trasformata, con terreno annesso, in cimitero extra moenia dal canonico vichese Pietro Finis nell’anno 1792 (data di inaugurazione) su progetto dell’architetto Francesco Di Lallo.
Fu il terzo cimitero d’Italia ad essere istituito fuori le mura di una città (dopo quelli di Pisa e Napoli) consentendo così di abbandonare l’uso di seppellire nelle chiese.
Sul colle ove sorge la Chiesa furono ritrovate, all’atto della costruzione del moderno Istituto di S. Pietro, importanti reperti di tombe antiche tra cui lo scheletro di un guerriero di notevoli proporzioni.
Street art
Dal 2015 al 2022, a Vico del Gargano sono stati realizzati diversi progetti di rigenerazione urbana. Per “colorare” il borgo è stata utilizzata la street art.
Scopri tutte le opere nella mappa interattiva.
3) Cagnano Varano – Puglia
Distanza dal mare
Da Cagnano Varano puoi raggiungere facilmente le spiagge di Capoiale (In auto 25 km, 24 minuti) Torre Mileto (In auto 27 km, 23 minuti)
Storia
L’origine del borgo si fa risalire intorno all’anno Mille d.C., nelle vicinanze dell’antica città di Uria.
I primi documenti storici che attestano la presenza di un “Casales” costituito da un nucleo di popolazione agreste, risalgono al X secolo.
Probabilmente nell’antico casale di Cagnano giunsero coloro che, vivevano lungo le coste del lago di Varano, che furono costrette ad abbandonarle, sia perché esse erano paludose e malsane sia per via delle invasioni barbariche.
Gli storici Plinio e Strabone nel descrivere l’area dove oggi si trova il Lago di Varano, la cui sponda meridionale costituiva l’antica costa di un golfo. Le fonti, invece, si limitano a documentare che, a partire dal V secolo le invasioni barbariche determinarono uno spopolamento dei centri abitati costieri del Gargano per ragioni sicurezza.
Tale spopolamento determinò la nascita di piccole comunità, i Casali, in luoghi più sicuri dell’entroterra, come quello in cui adesso si trova l’abitato di Cagnano. I Bizantini, che dominarono a lungo tempo l’area, contribuirono a ravvivare i luoghi abbandonati ed i neonati casali
L’abitato si sviluppò, nella posizione attuale, in epoca normanna, quando vennero realizzati l’attuale Palazzo Baronale, allora fortezza, ed una cinta muraria di cui oggi restano poche tracce. Il documento più antico su cagnano è un Diploma dei principi longobardi Landolfo I e Landolfo IV risalente al 969d.C. in cui si assegnava il feudo di Cagnano al Santuario di San Michele di Monte Sant’Angelo
Monumenti e luoghi di interesse
Chiesa madre
Chiesa Madre Santa Maria della Pietà Edificata fra XV e XVII secolo, si trova nella piazza antica dell’abitato.
L’esistenza di un luogo di culto in quel punto è documentata già nel 1325, mentre un documento conferma la consacrazione a Santa Maria della Pietà il 25 gennaio 1676 ad opera dell’allora arcivescovo Vincenzo Orsini, poi divenuto papa col nome di Benedetto XIII. La chiesa fu elevata a collegiata nel 1758.
La pianta è a croce latina e lo stile è barocco, con elementi neoclassico
Palazzo Baronale
Il Castello-Palazzo Baronale, potrebbe essere stato costruito tra il 1095 e il 1129, su un’antica e rudimentale costruzione.
La torre cilindrica, adiacente il palazzo, invece, sembra sia stata edificata qualche anno prima, per mano bizantina (X-XI secolo).
Anche in questo caso, pare che la stessa sia stata innalzata su una struttura preesistente.
Il palazzo presenta una forma quadrangolare con due torrioni circolari sul lato orientale, ha una corte centrale, intorno a cui si sviluppa il fabbricato
Tra il XVII e il XVIII secolo potrebbe risalire l’edificazione del Palazzo Baronale così come lo vediamo oggi, allorquando il feudo era diventato ducato.
Gli ultimi proprietari del Palazzo Baronale furono i Brancaccio di Napoli con il titolo di principi di Carpino e duchi di Cagnano.
Grotta di San Michele
Si tratta di una cavità di origine carsica, lunga 52 metri, larga tra i 6 e i 15,60 m ed alta fra i 3 ed i 7,20 metri.
Frequentata sin dal Paleolitico, dall’epoca paleocristiana è luogo di pellegrinaggio per un evento miracoloso: l’Arcangelo Michele si fermò qui assetato, pose le mani a terra e sgorgò dell’acqua.
Da quel momento l’acqua presente dietro l’altare maggiore, viene considerata miracolosa.
La conca calcarea piena di acqua prodotta dal continuo stillicidio dal soffitto della grotta è detta “La pila di Santa Lucia” e secondo la tradizione cura nel particolare i problemi di vista.
All’interno della grotta troviamo diversi graffiti (piedi ecc…) realizzati dai tanti pellegrini che facevano visita alla grotta.
Tale acqua viene ritenuta miracolosa per la vista.
Lago di Varano
È il maggiore lago (ma più propriamente laguna) costiero italiano, oltre ad essere il settimo lago della penisola e il più grande dell’Italia meridionale, con una superficie di 60,5km larghezza di circa 10 km profondità delle acque varia da 2 a circa 5 metri (con una media di 3 metri).
Il lago è alimentato da due sorgenti sotterranee e comunica con il mare Adriatico tramite due canali: la foce di Varano e la foce di Capojale.
Nel I secolo d.C., secondo la documentazione di Plinio il Vecchio, al posto dell’attuale lago esisteva solo un’insenatura (o un golfo) definito dal naturalista latino “Seno Uriano”.
La formazione di un cordone litoraneo, avvenuta ad opera delle correnti marine e dei venti che hanno trasportato i detriti cormorani, aironi, anatre, martin pescatore, cavalieri d’Italia
Murales
Sparsi nel circondario di Cagnano varano puoi trovare murales realizzati dall’artista locale Kaalpanik Art e presso l’ex idroscalo Ivo Monti puoi ammirare i murales degli street artist Caktus e Maria