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Un’Abbazia medievale abbandonata immersa nel paesaggio garganico di Mattinata

La Puglia è in zona gialla, con le dovute precauzioni possiamo spostarci nei confini regionali e il clima è dolce in questi giorni. Tutte buone ragioni per conoscere le meraviglie dei dintorni, come l’Abbazia benedettina della SS. Trinità di Monte Sacro di Mattinata. Siamo andati a conoscerla per un nostro progetto di valorizzazione territoriale patrocinato dal Comune di Mattinata.

Un salto ne “Il nome della Rosa”

Hai mai letto il libro o visto il film “Il nome della Rosa”?!? Ebbene, l’Abbazia di Monte Sacro puoi immaginarla come una fabbrica, perché il motto dei benedettini era “Ora et labora”: prega e lavora.

Sicuramente c’era moltissima gente che viveva queste strutture ora abbandonate. Non solo laici, ma anche esponenti del clero molto prestigiosi.

Come l’abate Gregorio X, che qui ha vissuto e studiato. Gregorio viene universalmente riconosciuto, oltre che per la sua attività di studioso, come uno dei maggiori poeti attivi intorno al 1220 nonché preumanista. A Gregorio si deve un’opera composta da più di 13.000 esametri, che riassume in modo enciclopedico tutto il sapere del suo tempo.

Come arrivare?

Abbazia della SS. Trinità di Monte Sacro - Mattinata (FG) by Trawellit

Abbazia della SS. Trinità di Monte Sacro – Mattinata (FG) by Trawellit

Il Monte Sacro si trova a circa 5 chilometri dal centro di Mattinata. Sulla SP 89 che conduce da Mattinata a Vieste, poco prima del km 142, si imbocca a sinistra la deviazione per Stinco-Monte che sale da Mattinata verso la montagna e arriverai a 660 metri sul livello del mare, dove potrai lasciare il tuo mezzo e proseguire a piedi lungo il Sentiero Natura.

Attraverserai una zona aperta ricca di presidi pastorali per poi inoltrarti nel bosco. Seguendo il sentiero, dopo circa 40 minuti di passeggiata, raggiungerai l’area archeologica a quota 850 metri circa.

Il dislivello di circa 200 metri è affrontabile anche se non hai esperienza di trekking o se sei fuori allenamento.

Ti consigliamo comunque di indossare scarpe idonee e abbigliamento comodo.

 

Com’è oggi e com’era nel medioevo?

Oggi solo la natura protegge l’Abbazia che venne abbandonata nel 1400.

Se vuoi avere un’idea più chiara di come fosse in antichità, ti viene in aiuto un plastico conservato presso il Museo Civico di Mattinata e gestito da dei professionisti locali: l’associazione Paleotech. L’associazione si occupa di archeologia sperimentale ma anche di gite didattiche, convegni, turismo e mostre.

Dal plastico puoi vedere quanto fosse grande l’abbazia, quanti plessi ci fossero e, quindi, quanto fosse importante e viva all’epoca.

Abbazia della SS. Trinità di Monte Sacro - Mattinata (FG) Plastico conservato al Museo Civico ©Trawellit

Abbazia della SS. Trinità di Monte Sacro – Mattinata (FG) Plastico conservato al Museo Civico ©Trawellit

 

Cosa vedere?

Il complesso abbaziale si estende su un’area di circa 6500 mq e il modo migliore per comprenderne la bellezza e l’importanza, è visitarlo accompagnati da un esperto.

Infatti non si tratta di una semplice chiesa, ma un micro mondo per la meditazione e l’ospitalità dei pellegrini che prevedeva: l’antica cella, le mura di cinta e le torri, la Chiesa, il chiostro, gli edifici monastici, la sala capitolare, costruzioni civili, depositi e opifici, cisterne ed impianti idrici, strutture difensive.

Il complesso abbaziale, inoltre, comprendeva anche fabbriche, magazzini, il battistero, il chiostro, la Chiesa e il nartece (atrio).

Per una migliore comprensione, ti proponiamo una pianta del complesso realizzata dall’equipe del Museo Nazionale Germanico di Norimberga durante le campagne di scavo e presente in “L’Abbazia benedettina della SS: Trinità di Monte Sacro ne territorio di Mattinata. Note architettoniche e monumentali” di Antonio Latino.

Abbazia della SS. Trinità di Monte Sacro - Mattinata (FG)

Abbazia della SS. Trinità di Monte Sacro – Mattinata (FG)

Sai cos’è un nartece? (B)

La prima struttura che troverai sarà il nartece, una sorta di atrio a tre campate, in parte ancora coperto, che dà accesso ai portali della chiesa.

E’ bellissima la lunetta del portale centrale, con una decorazione a graticcio che vedi nella copertina di questo articolo: un bassorilievo con due nastri che si intrecciano (tecnicamente nastri viminei disposti su tre registri) e aprono una porta sul bosco.

Abbazia della SS. Trinità di Monte Sacro - Mattinata (FG) Nartece ©Trawellit

Abbazia della SS. Trinità di Monte Sacro – Mattinata (FG) Nartece ©Trawellit

Notevoli sono anche i capitelli, il più particolare dei quali presenta raffigurazioni con tre aquile ad ali spiegate, i cui artigli trattengono due serpenti dalle teste di drago con le fauci aperte che tentano di addentare della colombe: si tratta forse di un’immagine della Trinità che difende le anime buone dall’aggressione demoniaca.

Prova un giro 3D! Sulla parete del nartece vi sono ancora tracce di affresco raffiguranti una Madonna con Bambino e due santi. Puoi riconoscere i personaggi dalle aureole, anche se sono molto rovinati.

 

La chiesa (D)

Superando il nartece si entra nella chiesa che è divisa in tre navate a cinque campate, con archi sorretti da pilastri. Sul fondo sono visibili le absidi semicircolari, con qualche traccia di affresco geometrico bicromo rosso e nero.

Essendo come una cittadella fortificata, troverai anche: il campanile, il dormitorio dei monaci a nord, il refettorio e la cucina, una cisterna, il magazzino e la dispensa.

Il campanile e gli strani simboli (E)

Interessanti le decorazioni a rilievo su alcuni conci del campanile: un’aquila e un sole. Questi, secondo alcuni studiosi, sono i simboli dei lavoratori a cottimo: ogni maestranza possedeva un simbolo che veniva riportato sui conci. Questi servivano per “misurare”, controllare il lavoro di ciascuna maestranza e di conseguenza calcolare il loro compenso.

La stessa tecnica veniva utilizzata, molto più tardi, nella costruzione della cinta muraria della Fortezza di Lucera.

Il battistero o forse cucina oppure un trullo (R)

Tra le “rovine” dell’Abbazia, inserito nel cortile interno alle spalle della chiesa, è presente una struttura molto discussa.

Comunemente indicata come “battistero”, viene interpretata dal sig. Antonio Latino, cultore di storia locale, come una cucina, così come riporta la pianta del Conte Adalbert Graf Von Keyserlingk. 

La struttura si presenta a forma quadrata con copertura a pseudocupola. La forma ricorda la “Tomba di Rotari” di Monte Sant’Angelo ma anche le strutture a Tholos o, sempre della stessa “famiglia” i trulli e i pagliai che si trovano sparsi in tutta la Puglia.

L’interpretazione come cucina deriva da due fattori: nelle strutture dei benedettini solitamente non c’erano battisteri perché i frequentatori erano già battezzati e per la vicinanza con il refettorio. Visitala!

Oltre a queste strutture che colpiscono di più, molti sono i resti delle mura, della sala capitolare e anche dei bagni. In questi si scorge anche ciò che rimane di una WC medievale.

1200-1400: “dalle stelle alle stalle”

Abbazia della SS. Trinità di Monte Sacro - Mattinata (FG) Bagni ©Trawellit

Abbazia della SS. Trinità di Monte Sacro – Mattinata (FG) Bagni ©Trawellit

In una bolla di Papa Stefano IX, del 1058, viene menzionata una cella del Monte Sacro, dipendente dal monastero di S. Maria di Calena, situato presso Peschici a nord est del promontorio.

Nel XII sec. il convento aspira all’indipendenza e finalmente nel 1138 l’Abbazia della SS. Trinità viene menzionata come indipendente, ottenendo la definitiva conferma nel 1198 da parte di Papa Innocenzo III.

Il primo abate fu Urso e in questi anni è da collocare la costruzione del primo nucleo monumentale del complesso.

Nella prima metà del XIII sec il monastero vive la sua maggiore fioritura economica e culturale. L’abbazia perde importanza nei secoli successivi fino alla grande crisi del Quattrocento, quando il terremoto del 1443 provoca l’esodo dei monaci e l’abbandono dell’intero complesso.

Nel1481 l’abbazia viene sottomessa all’Arcivescovado di Siponto con sede a Manfredonia, dove viene anche trasferito l’archivio del monastero, che probabilmente subisce, insieme alla biblioteca, un devastamento durante un’incursione da parte dei Turchi nel 1620.

Dopo l’abbandono, continui saccheggi, l’uso come stalle, hanno modificato la struttura originaria dell’Abbazia che è cristallizzata nel paesaggio boscoso.

Lo studio del complesso monastico è da ricondurre al prof. Gherard Bott, direttore generale del Germanisches National Museum, il quale per molti anni ne ha studiato i ruderi e segnalato il rapido degrado.

E’ stata sua l’ iniziativa di creare una équipe interdisciplinare ed internazionale tra la cattedra di Storia dell’Arte Medievale e Moderna della Facoltà di Lettere dell’Università di Bari, la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali e l’Beole de Etudes Anciens Sociales di Parigi, allo scopo di esaminare il monastero. Il professore ottenne nel 1987 l’autorizzazione per gli scavi.

 

Monte Sacro oggi è fagocitata dal verde del bosco, ma non ha perso il suo fascino millenario ed è palese a chiunque la visiti.

 

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